
ABOUT ME
La storia
“Mi riposerò nella tomba, da morto!”
Frase ricorrente dalle mie parti, che tutti intonano con fierezza e ridendo, giustificandosi così, di non aver tempo per nulla, se non per il lavoro.
A me, personalmente, è sempre suonata malissimo.
Mi sentivo stranita e non riuscivo a credere che fosse tutto qui e soprattutto che fosse così anche il mio futuro, già scritto, da non so chi.
La vita che dovrebbe andare bene per tutti, a cui ci insegnano ad aspirare, è: lavoro fisso, casa, macchina, soldi da parte… senza le quali sei un fallito!
Ma finalmente, ora, sono riuscita a comprendere, o forse è meglio dire, a liberarmi da questi inutili condizionamenti.
Ora so che questa non è la vita che fa per me, quella a cui aspiro, di certo non lo è ora!
Mi sono sempre fatta tante domande
“Possibile che io non possa decidere per me qualcosa di diverso?”
“Possibile che non ci siano alternative per godersi il qui e ora?”
“Possibile che le nostre vite debbano andare tutte nella stessa direzione?”
Mi sono sentita sempre fuori luogo, troppo diversa e strana per essere capita ed accettata, anche da chi diceva di volermi bene.
Inizialmente non volevo darmi per vinta, poi sono come sprofondata nella triste accettazione della cosa, ma non riuscivo mai a placare quel senso di inadeguatezza e soprattutto quella profonda insoddisfazione che mi opprimeva.
Quando l’insoddisfazione diviene così, l’emozione piu forte, predominante e senti che il tempo inizia a scivolarti via dalle mani, inesorabilmente, forse è il tempo di fermarsi e ragionare bene sul senso della vita o meglio ancora sul senso che io intendo dare alla mia vita.
Così, un giorno ho smesso di credere alle coincidenze e ho scelto di seguire i segni ed ho letto un libro, il primo di tanti, che mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto capire che non ero sola, strana o fatta male, ma che ero solo diversa dalla maggior parte delle persone (che non è un male!).
Così ho smesso di frustrarmi, perché non sto bene in una vita che gli altri hanno deciso per me, ed ho deciso di iniziare ad inseguire ciò che mi fa stare bene veramente, che mi fa sentire viva, ma soprattutto, intraprendere una strada che non mi faccia sentire di sprecare il mio tempo inutilmente.
Viaggiare!
Viaggiare per me è la risposta, perchè da quando sono partita la prima volta e ho messo piede fuori dalla mia "comfort zone" ho capito che io il mondo voglio vederlo tutto!
È troppo meraviglioso perché io posso permettermi di perdermene anche solo un pezzetto.
Quindi perché non unire il viaggio alla mia passione, nonché il mio lavoro?
Io sono Angelica Foschi, ho 30 anni (non ancora compiuti), sono nata e vivo a Forlì, in Romagna e faccio la cuoca.
Ho sempre pensato di aver ben chiaro in mente cosa volevo fare nella vita e l’ho inseguito ed ottenuto anche se non è stato facile a volte.
Però, ad ogni traguardo raggiunto non mi sentivo mai pienamente soddisfatta e senza accorgermene mi ritrovavo già a pensare a quale sarebbe potuto essere il prossimo.
A 6 anni dicevo “io da grande voglio fare, di giorno, l’estetista e, di notte, la cubista”. Così, (trascurando la parte della cubista) deludendo mio padre che mi voleva geometra, ho scelto una scuola professionale, con indirizzo sociale ed in particolare una classe sperimentale di Estetica, parrucchiera e operatore termale, dicendo a me stessa e a tutti gli altri che avrei studiato il meno possibile e che l’università “manco morta”.
Coerentemente, dopo il diploma, mi sono iscritta a Scienze della formazione, a Bologna, con indirizzo Sociale e Culturale (per lavorare nelle comunità di tossicodipendenza e problematiche di devianza in generale).
Nel corso degli studi, ho cominciato a lavorare per cercare di mantenermi in maniera autonoma, dato che da poco mi ero ritrovata a vivere da sola in una grande casa.
Dalla barista, con corsi annessi, alla cameriera fino ad arrivare per sbaglio in cucina (a fare la gavetta partendo dal basso; lavapiatti, tuttofare, insalate, antipasti….) senza sapere che poi non l’avrei più lasciata!
Molte cose le avevo inconsciamente apprese dalle mie muse: le mie nonne. Con loro, da piccola, con il mio mini “mattarello” che mi aveva comprato la Nonna Gigliola, (che ho ancora) giocavamo a fare la piadina, a tirare la sfoglia, a chiudere i cappelletti da vera “Zdora” Romagnola.
Raggiunto, con sudore, il traguardo della laurea decido di farmi un regalo, un viaggio, e partire per la metà che era sempre stato uno dei sogni della mia vita: Thailandia.
Decido di farlo da sola, lasciando definitivamente il mio compagno con cui convivevo all’ora, con la convinzione che in futuro non sarei stata felice nella vita che mi ero costruita fino a quel momento.
Non avevo più nessuna intenzione di accontentarmi.
Ecco che tutto ha inizio lì, in quell’isola dove ho lasciato un pezzo del mio cuore.
Ma il mio vero viaggio deve ancora cominciare!

Chi Sono?