Angelica Foschi
THAILANDIA DEL MIO CUORE parte 1°
Aggiornamento: 21 lug 2020
Avevo una paura fottuta e non sapevo da dove cominciare mentre tutti mi dicevano: “Wow! Che coraggio che hai!”.
La mia unica sicurezza era che il biglietto lo avevo comprato e quindi ero sicura che sarei partita e che non ci sarebbero stati ripensamenti (perché i soldi li avevo spesi), ma il resto era tutto un incognita.
Mi cagavo sotto ma allo stesso tempo ero felice e mi sentivo viva come non mai, mossa da tutte queste sensazioni forti e nuove che stavo vivendo.
Era una sfida con me stessa!
Sarei stata capace di cavarmela da sola dall’altra parte del mondo?
Quella sensazione non me la posso scordare, è viva prima di ogni viaggio ed è una delle cose più belle che io abbia mai provato e che non voglio smettere di sentire.
Ero emozionatissima, un insieme di troppe sensazioni che è quasi impossibile da spiegare.
Ho cominciato a fare la valigia più di un mese prima, preparando tutto nei minimi dettagli, seguendo consigli, la Lonley Planet e scrivendo appunti. Ho preparato il diario del viaggio scrivendo nella prima pagina la frase che ho letto la prima volta che sono entrata in agenzia e che mi accompagna ancora oggi (Proust).
Ho fatto e disfatto la valigia innumerevoli volte e comunque sono partita con troppe cose e ancora oggi mi trovo ad avere lo stesso problema anche se sto piano piano migliorando.
Era il 30 Novembre 2014, ho messo nel mio bagaglio a mano i crescioni che fa mia nonna Gigliola (ad oggi è diventata una prassi di buon augurio a cui non posso rinunciare ogni volta che parto) ed ho cominciato ad annotare ogni minima cosa.
Sveglia alle 3:20 poi via, direzione Aeroporto Milano Malpensa, in macchina con mia Madre Catia, il suo compagno e la Ghada, il mio cane (immancabile).
Imbarco il bagaglio e poi imbarco me stessa su un aereo Emirates direzione Dubai (sola in quattro sedili). Atterro contenta come non mai e guardo tutto con gli occhi di un bambino, mi stupisco di tutto, guardo le luci e i colori, mi sento in un'altra dimensione mentre attendo di reimbarcarmi nel prossimo volo con direzione Bangkok.

Arrivata in aeroporto mi raggiunge un amica e prendiamo un altro aereo direzione Krabi, Ao Nang. Da lì siamo scese, Phi Phi Island, Ko Lanta, poi risalite a Phuket e poi ancora verso Ko Chang, che è un posto speciale per me, divenuto poi uno dei miei preferiti in assoluto. Successivamente riparto da sola e decido di attraversare l’isola direzione Ko Samui, dove mi aspettano solo nuvole, così decido di proseguire ed arrivare finalmente a ko Pangan, la meta da me tanto sognata, per via delle moltissime feste psytrance e del Full Moon Party (rivelatosi successivamente una delusione totale su tutti i fronti). Mi stabilisco a Ban Taii, da dove è relativamente facile raggiungere tutti i luoghi di mio interesse e dove soggiornano diversi amici che “svernano” da anni su quest’isola diventata per loro come una seconda casa. Faccio amicizia con moltissime belle persone, anche se il mio inglese fatica ad uscire per via del mio esagerato imbarazzo. Nei primi tempi sono spesso stata con italiani ma anche grazie a loro sono riuscita ad inserirmi in un gruppo più amplio di gente proveniente da tutto il mondo che ancora oggi ho il piacere di rincontrare ai festival in giro per il mondo.
Un giorno in cui mi sentivo più sperduta e sola del solito incontro un ragazzo italiano che mi racconta che ha un ristorante pizzeria e mi dice che avrebbe bisogno di una mano. La mattina seguente di buon ora mi ritrovo a bussare alla sua saracinesca e lui mi apre incredulo dicendomi “dicono tutti che vengono ma alla fine non si presenta mai nessuno. Non mi aspettavo venissi davvero!”. Dopo qualche giorno, vedendo il mio impegno e che ci sapevo fare, mi domanda se volevo andare a lavorare con lui qualche giorno ad un festiva lì vicino, l’Experience Festival. Io, che avevo già il biglietto della festa, accetto di buon grado data la promessa di una ricompensa, del posto in tenda per dormire e del mangiare gratis per tutta la durata della festa. I cinque giorni del festival si rivelano memorabili, tutto va per il meglio anche a livello economico così ci accordiamo con un miglior accordo finanziario per l’anno successivo. Alla fine lavorerò nello stand di pizza e pasta per tre anni consecutivi durante il periodo di capodanno a Kho Tao, un’isola stupenda, famosa in tutto il mondo per le immersioni.

Finito il festival sono ritornata a Ko Pangan, dove avevo lasciato le mie cose, perché avevo ancora molto da scoprire. Spiagge paradisiache, palme, un mare da cartolina, bella gente, good vibes, relax, sorrisi, cibo e molto altro ancora.

Successivamente ho fatto rientro a Bangkok dove con calma e tranquillità ho potuto godere della bellezza e dei templi scoprendo attraverso essi un energia ed una spiritualità che non avevo mai provato prima. Davanti a statue giganti, luoghi scintillanti e maestosi mi sono sentita piccola ma anche rinvigorita.
Piacevolmente avvolta da odori inconsueti e a volte prepotenti, parchi curati, fiori e spezie a me sconosciuti, street food and ogni angolo, mercati giganti e coloratissimi come il Chatuchak (in cui mi sono persa) mi sono fatta trasportare ed è stato stupendo.

Non è stato affatto facile stare da sola per la prima volta e questo per me è un problema ricorrente e ancora presente. Ma quel giorno nella hall della guest house in Kaos San Road in cui ho soggiornato nei miei ultimi giorni a Bangkok, mentre aspettavo il minivan che mi avrebbe portata in aeroporto, scrivendo le ultime righe della conclusione del mio diario di bordo un pianto liberatorio e profondo mi ha soprafatta. In quello che è stato uno dei momenti più belli della mia esistenza ero davvero felice ma soprattutto fiera di me come non mai.
C’ero riuscita!
Ero stata brava, ero sopravvissuta, incolume. Avevo visto luoghi e conosciuto persone meravigliose. Erano accadute così tante cose in poco tempo che stando a casa nemmeno in anni avrei potuto vivere e mi sembrava incredibile.
Per rendere meglio l’idea vi riporto un pezzo del mio diario di bordo di quei momenti.
“…Il mio sogno si è realizzato e di certo non mi aspettavo nulla di quanto è accaduto.
Ogni giorno una scoperta! Questo luogo non smette mai di sorprenderti e gli imprevisti si rivelano emozionanti sorprese a cui ti devi solo lasciare andare.
Vivi ogni cosa! Non ti lasciare bloccare dalle rigide convinzioni che ti sono state inculcate come unica via possibile, a cui sei abituato. Ogni luogo ha diverse culture e credenze e devi solo aprire i tuoi orizzonti e lasciarti andare per capire realmente il nuovo, il diverso, lo sconosciuto.
Sono stati giorni pieni di attività, sorrisi, lavoro, conoscenze, pioggia, sole, sorrisi, spiagge, abbracci…giorni duri, giorni colmi di gioia fino alle lacrime, giorni volati…e poi tristezza, pensieri, nostalgia, sconforto…ma non cambierei niente! Voglio poter ricordare ogni istante, ogni volto e far tesoro dei bei momenti e degli errori.
Oggi, con il sorriso, mi guardo intorno e ancora di più del primo giorno osservo, registro, fotografo tutto con la mente, per non dimenticare nemmeno un dettaglio. Torno a casa, ma non a mani vuote. Sicura di tornare in questo luogo che mi ha dato così tanto. A partire dall’opportunità di credere in me, di fare, di realizzarmi, di non mollare e provarci.
Credo di essere cresciute e mi sento SODDISFATTA e ORGOGLIOSA di me stessa e per me non è una cosa facile! Una sensazione simile l’ho provata solo il giorno della mia laurea.
Mi sento APPAGATA e mi viene da piangere di gioia…..GRAZIE VITA!!!
Grazie di tutto e grazie perché a 24 anni ho capito che tutto è possibile se lo si vuole davvero, che bisogna godere di ogni attimo, perché ogni momento è prezioso e ci aiuta a crescere per affrontare bene il domani.
SONO DAVVERO FELICE! GRAZIE THAILANDIA!!!”
In quel momento realizzai che non mi sarei mai più voluta fermare.
Ritornai alla normalità piena di calma e positività che la Thailandia mi aveva donato (solo dopo soprii che ha questo potere).
È così che il paese dei sorrisi mi ha aperto un mondo, o meglio mi ha fatto aprire gli occhi e spalancato le porte del mondo là fuori, che non ha nulla a che fare con quella bolla falsa che ci hanno costruito intorno.
Tutto è meraviglioso e da scoprire ed io voglio potermi liberare dai questi paraocchi imposti dalla società che mi impedivano di vedere la bellezza in tutto il suo splendore, che mi facevano vedere solo una minuscola parte facendomi credere che fosse il tutto.